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Calamità naturali e resilienza delle imprese

Raggiungere quanto prima gli obiettivi dei Sustanaible Development Goals anche attraverso la condivisione delle esperienze positive e delle policy.

Questa la finalità del Regional Forum sullo Sviluppo Sostenibile organizzato dalle Nazioni Unite il 21 e 22 marzo 2019 a Ginevra al quale hanno preso parte più di 800 partecipanti tra rappresentanti governativi, delle organizzazioni internazionali, della società civile, del settore privato e del mondo accademico. Tra questi Giancarlo Turati, Vice Presidente Piccola Industria Confindustria e Componente del Nucleo di coordinamento nazionale del Programma Gestione Emergenze di Confindustria che è intervenuto alla tavola rotonda “Coping with climate change. Strengthening Resilience and Adaptation”.

https://www.unece.org/fileadmin/DAM/RCM_Website/SDG13-2.pdf

Si va dalla Francia che ha messo a regime una strategia ad hoc per adattare il territorio all’aumento della temperature, alla Croazia che ha evidenziato le iniziative con cui preparano la popolazione nell’affrontare le ondate di calore, al progetto del Montenegro per ridurre le emissioni provenienti dal comparto agricolo.

PREVENZIONE e COLLABORAZIONE PUBBLICO – PRIVATO sono state, invece, le parole chiave dell’intervento del Vice Presidente Piccola Industria che ha ricordato le iniziative di Piccola Industria per aumentare la messa in sicurezza ed ha evidenziato alcune best practices realizzate grazie ad una preziosa collaborazione pubblico-privato.

PREVENZIONE – aspetto che rientra tra le priorità di Piccola Industria - per rendere le imprese e il Paese più resiliente e capace, quindi, di mitigare i danni dovuti alle diverse calamità naturali. Aumentare la resilienza dei territori e delle imprese che vi operano deve essere una priorità. A seguito di una emergenza, le attività economiche devono riprendere rapidamente così da continuare a dare occupazione e creare benessere per la collettività che vive sul territorio colpito. 

In tale contesto si inserisce il Programma Gestione delle Emergenze di Confindustria realizzato in stretta collaborazione con il Dipartimento Protezione Civile e con la collaborazione del network di referenti delle Associazioni territoriali del Sistema Confindustria, che riesce a sostenere con efficacia le zone colpite da calamità naturali portando “ciò che serve, dove serve e quando serve”.

Il PGE, diventato un modello concreto di successo, riconosciuto peraltro anche dall’UNIDSR come best-pratice internazionale, lavora molto anche in “tempo di tregua” con iniziative volte ad aumentare, tra cittadini e imprese, il livello di consapevolezza sui rischi naturali e a diffondere la cultura della resilienza.

Ma non solo. La COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATO è fondamentale anche per promuovere la prevenzione. Sul punto è fondamentale realizzare un piano organico e di ampio respiro con soluzioni, azioni e iniziative per promuovere oltre al loro supporto nella fase di emergenza e nella ripresa nella fase post-catastrofe soprattutto la messa in sicurezza delle imprese. La finalità è favorire gli interventi ex-ante in prevenzione per limitare poi gli interventi e i risarcimenti ex-post ottenendo così una consistente riduzione dei costi di ricostruzione anche e soprattutto in termini di disagio sociale.

Scendendo nel dettaglio territoriale, Giancarlo Turati ha concluso il suo intervento illustrando – come caso di studio specifico - il progetto "Flumen" realizzato nelle Marche. Si tratta di un esempio di successo della cooperazione tra diverse istituzioni locali e un’azienda, la LoccioniGroup, con l’obiettivo condiviso di assicurare un tratto del fiume Esino al fine di prevenire pericolose alluvioni.

Con il coinvolgimento di Provincia di Ancona, Regione Marche, Comuni limitrofi, Rosora e Maiolati, in un dibattito congiunto e di collaborazione con il Gruppo Loccioni si è riusciti a gestire al meglio le risorse economiche sul territorio con investimenti in attività di manutenzione predittiva e periodica, prevenendo l'instabilità idrogeologica, portando - a lungo termine - ad una preziosa riduzione delle risorse necessarie per le attività legate alla sicurezza, al soccorso e alla ricostruzione.

Oltre a lavorare per mettere in sicurezza il territorio che insisteva sulla sede di Loccioni si è trasformato il tutto in un’opportunità. Settore pubblico e privato hanno investito su diversi fronti: dalle attività preventive (scavi e prove idrauliche, ripristino del fiume originale, rinforzi, ecc.), alle attività di monitoraggio (idrometri, qualità dell'acqua, sedimetri per il monitoraggio del fondo del fiume); dal consolidamento dei ponti alla produzione di energia (3 micro centrali idroelettriche per 480 MWh all'anno, recupero di materiale organico). Si è anche realizzato un percorso ciclistico e sono stati rimboscati, con 8500 alberi, gli argini del fiume provvedendo inoltre alla loro manutenzione e al loro consolidamento.

Un esempio implementabile e replicabile in altri sedi che con una visione sistemica e funzionale del fiume e del territorio limitrofo ha permesso di ottenere una forte difesa dalle alluvioni per l’azienda, per il territorio e per le famiglie che su quel territorio insistono.